Avvertenza

Ci riserviamo di pubblicare i vostri contributi inerenti i temi discussi senza condividerne sempre le opinioni espresse a riguardo.

martedì 14 agosto 2018

Nemici tra le palme?

Quattro parole per far chiarezza sul tanto discusso olio di palma.
Di tanto in tanto ci si accanisce verso qualche specie vegetal,e dimenticando i moltissimi veleni che portiamo per solito nei nostri stomaci ignari.
Quanto ai gravi danni all'ambiente, sono dovuti sempre all'intervento dissennato dell'uomo ed alle monocolture.
Questo post per fare chiarezza dopo le tante polemiche sorte attorno all'uso spesso smodato di quest'olio sopratutto nell'industria dolciaria.
Diciamo prima di tutto che il discorso è il medesimo a proposito di qualunque olio, anche se l'olio di palma è particolarmente soggetto al problema. Come ha chiarito l'Efsa, ovvero l'autorità europea per la sicurezza alimentare, il problema sono le alte temperature cui vengono esposti questi oli. E non solo quello di palma, ma pure quello di semi, di girasole, di arachidi , di colza, di mais.
Detto questo, per stare sul sicuro smetterei anche di demonizzare l'olio di oliva extravergine (è in atto anche una campagna contro il nostro olio!), specie se estratto a freddo e bio.
Ma è proprio necessario inserire nella propria alimentazione i lipidi, ovvero i condimenti grassi? I lipidi hanno un alto contenuto energetico e il nostro organismo non ne richiede la presenza in ogni pasto.
Se dobbiamo usarne, quindi, optiamo per il migliore, per le sue caratteristiche di salubrità.
Evitiamo biscotti e merendine laddove il contenuto non sia rassicurante. I GE ossia i Glicidil esterici degli acidi grassi, contenuti nell'olio di palma ed in altri oli sono considerati genotossici e cancerogeni ad alte dosi, ma mi chiedo perché sceglierli se abbiamo la possibilità di acquistare un prodotto migliore.
Oltre a mettere sotto controllo la filiera dell'olio di palma, l'Autorità ha alzato gli standard di tollerabilità dei prodotti, a riguardo di un contaminante nel medesimo olio ( 3-Mcpd) risultato tossico per rene e testicoli.
Ribadiamo invece le caratteristiche salubri del nostro olio d'oliva e rendiamoci conto di quanto sia insensata e lesiva la campagna denigratoria cui è soggetto.
Che tipo di olio usare, quindi? Un olio extra vergine di oliva di prima spremitura a freddo, da piante coltivate senza pesticidi. L'unica pecca sembra essere la presenza di olio oleico, pari al 75/100 della presenza complessiva. Come sappiamo si tratta di un monoinsaturo, la quota di acidi polinsaturi è invece pari al 10/100. Possiamo allora mescolarlo ad un olio di girasole, ammesso che si sia riusciti a reperirlo di quelli estratti a freddo, per spremitura (e non con l'aiuto di sostanze chimiche e a caldo!). Considerate che i prodotti di natura lipidica non sono indispensabil,i in effetti, sopratutto se si stia optando per un'alimentazione vegetale. Direi che l'uso volto ad insaporire i piatti può essere limitato (ricordando che è controindicato esporre qaulunque olio a surriscaldamento eccessivo).
Insaporiamo invece con erbe come rosmarino, noce moscata, prezzemolo, timo, basilico, ovviamente sempre a crudo!
Riepilogando: non solo l'olio di palma, ma tutti gli oli e grassi, con la cottura,  tendono a degradarsi formando sostanze tossiche.
E accade tanto più facilmente quanto è maggiore la componente insatura.
Resiste molto meglio l'olio di oliva rispetto a quello di arachide proprio perché la componente acida è molto meno ricca in polinsaturi.
Buona norma è evitare lunghe cotture, comunque. E questi i motivi per i quali anche io sono quasi commpletamente portata al crudismo da decenni.
I consigli di pronto utilizzo, allora, possono esser i seguenti:
1) Ridurre le fritture, farle solo con olio di oliva extravergine, non aggiungere olio fresco su olio utilizzato per continuare a friggere.
2) In fase di cottura mescolare gli ingredienti a freddo ed evitare temperature eccessive.
3)Partendo dal presupposto della facile deperibilità degli oli si può anche aggiungere poche quantità di olio solo a fiamma spent,a al termine della cottura, dopo aver cotto il cibo in modiche quantità d'acqua.
Da Insegnate olistica e cibo libero, un grande augurio di vitalità.

domenica 4 febbraio 2018

Di zombie e affini

Scenari da film horror

Che tra gli scaffali del supermercato si aggirino gli zombie, non è solo fantasia da film di Romero.
Accade ai nostri giorni.
Massaie piene di buona volontà e impegnate ad ascoltare tutte le notizie, cercano cosa di meglio comperare per la loro famiglie... ed è lì che, da dentro lo scaffale -apparentemente inoffensivo- salta fuori... lo zombie!
Assettato di vita degli altri, la consuma e la distrugge (anno dopo anno).
Questa è l'unica sola vera realtà.
E cioé che i cibi conservati fanno male.

Peggio se stracotto

Qualunque tipo di cibo conservato vi arrecherà danno alla salute. Certo lo farà in modi diversi e non sempre gravi. Ma continuativi. Peggio ancora se stracotto.
Esaminiamo perchè i cibi vengono conservati, pensiamoci una buona volta.
Lo si fa essenzialmente per aumentare la produzione e usare più derrate possibili e renderle idonee per la vendita anche quando sarebbero cadaveri puzzolenti.

Sfamare il mondo... creando popoli obesi

Cibo per tutti? No: malattie a go go.
L'altra metà del mondo non ha potere d'acquisto e può continuare a morire di fame per i detentori dell'industria.
Certo, i controlli per il serissimo botulino sono approfonditi.
Ma non c'è solo l'ultima spiaggia...
Possono essere anche solo emicranie da solfiti, nitriti o amine... nausee o reazioni gastro-intestinali.
Meglio note come intolleranze (ovvero ribellioni del corpo a delle sostanze, per solito quando queste sostanze sono state artefatte dall'industria, come il glutine che, nelle produzioni cerealicole, è stato aumentato a dismisura e ora provoca i danni gravissimi, di cui tutti sappiamo, non solo in coloro che mostrino intolleranze conclamate, leggi lo studio scientifico a riguardo).
O la fola del grano Cappelli il cui inventore è nato a Castelraimondo e fu uno dei primi pionieri del miglioramento genetico in agricoltura, grazie al suo patron il Senatore Cappelli. E questa storia mi ricorda quella recente del kamut, che io stessa acquistavo ignara.

Meglio cibi naturali

Ma di certo, se avessimo addentato un panino farcito di alimenti non-morti o un frutto, le cose sarebbero andate molto meglio.
Tante malattie da civilizzazione come il cancro, l'ipertensione, l'obesità, la diverticolosi sono chiaramente legate alla dieta.
E quindi, dobbiamo essere consapevoli dei rischi che corriamo.
Oggi ho deciso di mettervi in guardia da quelli degli alimenti conservati in atmosfera protettiva ovvero quella destinata ad aumentare la  cosidetta Shelf life...


L'atmosfera protettiva, o Modified Atmosphere Packaging (MAP ), è una tecnologia di confezionamento che, grazie alla sostituzione dell'aria con una miscela di gas, permette di aumentare il periodo di conservabilità (shelf life) dei prodotti alimentari, in particolare di quelli deperibili.
I gas utilizzati sono prevalentemente costituiti da azotoossigeno e anidride carbonica, quali definiti dalla Direttiva europea 95/2/CE sugli additivi come "gas d'imballaggio", cioè gas differenti dall'aria introdotti in un contenitore prima, durante o dopo aver introdotto in tale contenitore un prodotto alimentare.
L'atmosfera protettiva contribuisce a prolungare la scadenza del prodotto mantenendone inalterate le proprietà sensoriali grazie all'azione inibente e batteriostatica dei gas utilizzati. Le virtù nutrizionali, l'aspetto (dimensioni, volume, etc.) e il sapore dell'alimento rimangono quindi inalterati rispetto al pre-confezionamento.
E dunque parrebbe niente di grave, visto che anche tanti cibi biologici sono conservati in questo modo (parlo di noci, nocciole, cereali, legumi e nonsolo cibi pronti).
Invece la verità è un po' diversa e fa capo sempre alla nostra capacità di valutare.
Anche se il cibo confezionato può apparire più pulito e sano, le cose possono non essere sempre a favore della salute.
Anche se il tempo per preparare il cibo diminuisceper colpa delle ore sottratte dagli impegni lavorativi, dovremmo il più possibile sfuggire la sofisticazione/ conservazione industriale degli alimenti, 
Definito come una delle più aggiornate alternative alle tradizionali tecnologie di packaging, il confezionamento in atmosfera protettiva va distinto in:
Confezionamento sotto vuoto L’aria viene aspirata quasi tutta dalla confezione; l’ossigeno residuo viene consumato dal metabolismo batterico ancora attivo
Confezionamento in atmosfera modificata (MAP) Aria sostituita da uno o più gas in miscela. Nessun ulteriore controllo sulla composizione della miscela dopo il confezionamento.Confezionamento in atmosfera controllata (CAP) 
La proporzione e il tipo di gas sono tenuti sotto controllo per l’intero periodo di conservazione del prodotto
Confezionamento in atmosfera modificata in equilibrio (EMA) 
Usato per frutta e vegetali. La miscela viene inserita nel sacchetto. La permeabilità del film plastico e la respirazione del prodotto inducono un’atmosfera modificata in equilibrio
Confezionamento sotto vuoto skin (“a pelle”) 
Tecnica per alimenti di alto pregio. L’alimento è confezionato in pellicole molto sottili e all’interno si fa il vuoto.

Come detto, quello  che vogliamo prendere in esame in particolare è quello in atmosfera modificata.

La dicitura che la confezione è riempita di gas inerte non è corretta, perché fatta eccezione dell’azoto gli altri gas hanno proprio lo scopo di interagire con l’alimento per essere attivi sulla carica batterica.
Serve ad evitare il contatto dell’ossigeno con la superficie dell’alimento.
Le confezioni  sono chiuse ermeticamente e, all’interno, l’aria è sostituita da alcuni gas miscelati a seconda dell’alimento da conservare.
La temperatura corretta non deve superare i 3 -4 °C  anche a casa altrimenti avvengono processi di degenerazione.
I gas che vengono usati sono definiti additivi alimentari d’imballaggio ( D:M:209 sulla Direttiva europea 95/”/CE) ed in Europa è consentito l’uso di sette gas di imballaggio
anidride carbonica,ossigeno,azoto,protossido di azoto,elio,argon,idrogeno ed altri...
Sembrano prodotti semplici, ma hanno un equilibrio estremamente delicato e basta un solo errore nella catena del freddo, o un danno alla confezione anche piccolo, una errata miscelatura dei gas.. per comportare tutta una serie di complicazioni.

(Insegnante olistica)